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Fichi time.

Shhh! Inizia il film

L’inizio di un film non sempre è importante ma a volte è determinante!

Non sempre un film è un capolavoro dall’inizio alla fine, ci sono film che ci colpiscono per la trama, altri per la bravura o la scelta degli attori, poi ci sono le colonne sonore che rendono tutto fantastico; per non parlare dei finali: emozionanti, sconvolgenti, divertenti, drammatici … Ma che dire dell’inizio?!

Ci sono nella nostra mente una serie di film, magari dei veri e propri capolavori oppure pellicole che hanno storie deboli o finali banali ma che ricordiamo per i primi minuti dell’inizio: brevi momenti che ci rimangono nel cuore e che ne valgono la visione, a prescindere.


Quindi, possiamo affermare che, per differenti ragioni, l’inizio di un film non sempre è importante ma a volte è determinante!


Tra la miriade di pellicole che avrei potuto citare ho scelto le intro di 4 film che, certamente, non deludono né nella trama né nel finale ma che trovo davvero incredibili ed indimenticabili già dai titoli di testa.

La scelta che ho fatto è decisamente personale ma credo di trovare approvazione: Una donna in carriera (Working Girl), Flashdance, Philadelphia, Una poltrona per due (Trading Places).

Quattro film ma due città – Philadelphia e New York; quattro splendide colonne sonore e grafiche con font completamente diversi ma stesso genere nell’impostazione visiva.


Inizio da Una donna in carriera (Working Girl), il mio film preferito, una commedia del 1988, diretto da Mike Nichols.

Le note di Let the River Run di Carly Simon accompagnano il volo di un elicottero (siamo negli anni Ottanta, niente droni!) intorno alla Statua della Libertà. E’ mattina presto a New York. Il giro a spirale delle riprese rilevano la moltitudine di quartieri che circondano la Grande Mela sullo sfondo, incluso il New Jersey e i distretti Staten Island e Brooklyn. L'attenzione si concentra quindi sullo Staten Island Ferry diretto al porto meridionale di Manhattan dapprima in lontananza poi in primo piano a spezzare il grigiore di una giornata lavorativa qualunque con il giallo di quel traghetto che da un mezzo qualsiasi diventa il protagonista assoluto. Il World Trade Center domina l'estremità meridionale dell'iconico skyline di Manhattan. La telecamera accelera lungo la nave in una dissolvenza che si sposta contemporaneamente all'interno della parte anteriore del traghetto catturando vari passeggeri tutti diretti al lavoro, rallentando fino alla protagonista seduta di fianco alla sua migliore amica che improvvisa una piccola festa per il suo compleanno.

L'inquadratura successiva è del traghetto che si avvicina al molo, e poi un'altra della folla che sbarca in modo unidirezionale per le strade di Manhattan.

Tess arriva nel suo ufficio mentre la musica si interrompe e lei risponde a una chiamata.

Flashdance (Adrian Lyne, USA 1983) è l’archetipo della favola moderna: Alex, 18 anni, di giorno lavora come saldatrice, di notte si esibisce al Mawby’s in numeri di danza/striptease, nel frattempo coltiva il sogno di diventare una ballerina professionista e … trova l’amore.


La pellicola è diventata in breve tempo un cult grazie alle sinergia tra regia e colonna sonora, che nei momenti chiave riesce a dare vita a veri e propri videoclip musicali. Ed è questa la grande novità apportata al cinema da questo film.


Curata da Giorgio Moroder, la colonna sonora è conosciuta in tutto il mondo per il famoso pezzo Flashdance… What a Feeling interpretato da Irene Cara, brano che si aggiudicò addirittura un Oscar e che caratterizza anche l’intro del film dove la ascoltiamo mentre accompagna il percorso verso il luogo di lavoro della ragazza in sella alla sua bicicletta – dalla periferia a Manhattan. La musica viene però sovrastata dai dialoghi e dal rumore della fonderia, terminando bruscamente.

Philadelphia è un film del 1993 diretto da Jonathan Demme. Fu una delle prime grandi produzioni cinematografiche a trattare in maniera esplicita il tema dell'AIDS. Anche in questa pellicola l’inizio del film vanta una colonna sonora straordinaria, ovvero, Streets of Philadelphia cantata da Bruce Springsteen.


La città di Philadelphia ci viene mostrata in 3,44 min. attraverso la quotidianità: la vivacità dei parchi, l’interno delle attività commerciali, la povertà, l’allegria e la tristezza. Quartieri fatiscenti e ricche abitazioni. Il tutto con umanità e profondo rispetto. Anche i monumenti e gli edifici storici acquisiscono fascino in questo breve affresco.

Una poltrona per due (Trading Places) è un film del 1983 di John Landis, in programmazione per la prima volta nel giorno di Natale del 1989, da allora non vi è Natale senza Una poltrona per due.

E l’atmosfera natalizia, per l’appunto, ci viene trasmessa fin dai primi minuti del film. Il tema d'apertura, in questo caso, è l'ouverture da Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart.


Questa elegante musica accompagna le immagini. Sulla scia della quotidianità mostrataci dal film Philadelphia, anche qui vediamo che la stessa città ispira la vitalità che la caratterizza. Traffico, treni ed autobus, monumenti, attività commerciali, mercati all’aperto. Ci viene mostrato un affresco della città che lavora ma anche i quartieri “sporchi” tanto amati da Sylvester Stallone in Rocky. E poi, barboni, povertà e … un raffinato maggiordomo che all’interno di un lussuoso appartamento prepara una spremuta d’arance.

La statua di Rocky appare inquadrata assieme alle altre importanti statue presenti in città. D'altronde, Rocky è Philadelphia!


Photo di copertina by Patrizia Gaboardi







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