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Fichi time.

Robert Zemeckis e il suo A Christmas Carol

Godetevi la vita gente, perché sarete morti per un bel pezzo”, Ebenezer Scrooge.

Quando nel 1843 Charles Dickens scrisse e pubblicò Canto di Natale probabilmente non immaginava di aver prodotto un’opera rivoluzionaria, eterna, tremendamente attuale.

La storia del vecchio avaro, egoista e scorbutico Ebenizer Scrooge che riscopre il significato del Natale dopo aver incontrato, la notte della Vigilia, i tre spiriti del Natale (Passato, Presente e Futuro) è ancora oggi in grado di colpirci talmente forte da scuoterci dall’interno.


Che idea scellerata quella di festeggiare il Natale, sono tutti impegnati in questa immensa scempiaggine“ afferma Scrooge che aveva ben inquadrato la caratteristica del Natale al servizio del consumismo.

Cinismo, egoismo, individualismo nascosto tra le luminarie sprizzanti di gioia che mettono però solo una triste malinconia … In fondo, non è forse oggi la stessa cosa?!

Scrooge però, dopo l’esperienza con i Tre Spiriti del Natale, cambierà e diventerà buono, gentile e generoso. L’avarizia e l’egoismo faranno posto alla carità e alla fratellanza e lo Scrooge del finale sarà un uomo talmente cambiato da risultarci persino simpatico.


Molto fedele al libro di Dickens è l’adattamento per il grande schermo del regista Robert Zemeckis.

Il 3 dicembre 2009 nei cinema italiani usciva, per l’appunto, l’adattamento cinematografico del racconto Canto di Natale di Charles Dickens, A Christmas Carol di Robert Zemeckis. Questo lungometraggio fu realizzato in CGI utilizzando la tecnica della performance capture - l’utilizzo della performance capture dona al film una certa autenticità poiché permette di accentuare le espressioni del viso degli attori, in particolare di Jim Carrey, l’attore protagonista, che fa della mimica facciale una sua caratteristica specifica. La motion capture, infatti, è una tecnologia cinematografica utilizzata sopratutto per i generi fantasy, in questo caso è stato richiesto all’intero cast d’indossare particolari tute di scena, ricoperte da vari sensori, per permettere di registrare tutte le loro azioni. Inoltre, di questa pellicola vi fu anche la visione in 3D, dalla ImageMovers Digital e dalla Walt Disney Pictures.

La splendida animazione di questo film rende giustizia all’opera fantastica e sognante di Dickens, la capacità di Robert Zemeckis di descrivere in immagini l’atmosfera magica del Natale è davvero incredibile.

Ma oltre alla regia e agli interpreti sono le immagini della città davvero attraenti. La Londra vittoriana tagliata del gelo, coperta dai fiocchi di neve, la nebbia; palazzi e marciapiedi ghiacciati dove orfani e poveri affamati si contendono un pezzo di carne cruda, strade deserte. I mercanti di strada, le caratteristiche botteghe, le lanterne e le candele accese, gli addobbi in vischio o in pini. Ogni cosa nel film di Zemeckis sembra uscire dallo schermo, odori compresi, come ad esempio: i profumi delle spezie, della legna che brucia. Non solo, si percepisce il dolore e la sofferenza degli emarginati.

Senza ombra di dubbio, la potenza di A Christmas Carol è nella storia. Una storia universale: la felicità non proviene dai soldi o dalle cose materiali, ma dalle relazioni, dall’amore e la solidarietà con il prossimo.

Con un budget di 190 milioni di dollari, A Christmas Carol ne ha incassati 323.743.744 dollari, riscontrando un buon successo a livello mondiale.

Ebenezer Scrooge è uno di quegli arcigni e avidi signori (quanti ne conosciamo?) che liquidano come scemenze tutte le manifestazioni di gioia legate alle festività. Né generosità né compassione sembrano scalfirlo, almeno finché non gli farà visita il fantasma del suo ex collega Marley... Comincia così l'entusiasmante volo nel tempo di Scrooge: viaggio fantastico e commovente che lo porterà ad esclamare:Godetevi la vita gente, perché sarete morti per un bel pezzo”, Ebenezer Scrooge.


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