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IL SARTO DI GIOVAN BATTISTA MORONI

Dignità, equilibrio e autenticità tutte in un unico ritratto.

Il Sarto di Giovan Battista Moroni è tra i ritratti più sorprendenti del Cinquecento europeo.

Il dipinto (1565-1570), alla maniera di uno scatto fotografico, mostra il soggetto in posa all'interno del suo ambiente di lavoro.

Negli anni in cui il ritratto era riservato soprattutto a principi e uomini di rango, la scelta dell’artista di immortalare sulla tela un dignitoso artigiano fu una scelta alquanto particolare.


Nell’opera infatti, è raffigurato un giovane uomo, elegantemente vestito, che guarda con fierezza verso l’osservatore. Ha in mano lo strumento del suo lavoro, le forbici, e sul tavolo davanti a lui si vede un panno di stoffa nera segnata dalla traccia del gesso. Moroni ha colto il momento che precede il taglio del tessuto.

La fama del dipinto è dovuta sia alla scelta del soggetto che alle modalità espressive adottate nella realizzazione dello stesso. Ci sembra un volto famigliare anche se rimane un senso di mistero.


E' straordinaria l’attenzione descrittiva dell'abbigliamento e la naturalezza espressiva del volto e dei gesti. E’ proprio la naturalezza che fa apparire il ritratto di Giovanni Battista Moroni, “Il Sarto” ancora più moderno e contemporaneo ai giorni nostri.

Dignità, equilibrio e autenticità tutte in un unico ritratto.

Il sarto sottolinea la tipica vocazione di Moroni per una ritrattistica schietta e sincera, che non individua i suoi protagonisti soltanto nell’aristocrazia nobiliare, ma anche in quella borghesia fatta di commercianti e nobili professioni.

La sartoria era proprio tra queste.


Partiamo da un presupposto: nell’ammaliante e decisamente leggendario mondo della corte rinascimentale, la pratica della vestizione rivestiva un ruolo fondamentale, in quanto confluiva verso un complicatissimo disegno iconografico atto a glorificare le imprese del principe e dei cortigiani. Duchi, duchesse e principesse investivano ingenti somme di denaro nell’acquisto di stoffe pregiate, orpelli sfarzosi, sontuosi monili, con l’intento di magnificare la propria immagine ed evidenziare la prestigiosa posizione sociale che occupavano. Constatato poi che i tessuti, a quel tempo, avevano un valore commerciale superiore a quello delle opere d’arte, non c’è da stupirsi se quella del sarto fosse all’epoca una professione assai redditizia, tanto che, chi la esercitava, poteva commissionare ritratti ad artisti celebri e affermati.


In molti però si sono chiesti se davvero il giovane uomo raffigurato nel dipinto fosse un sarto oppure un semplice mercante di stoffe.

L’uomo ritratto sembrerebbe sia un membro della famiglia Marinoni di Desenzano d’Albino - in origine proprietaria di una bottega di pittori e in seguito, trasferitasi a Venezia, dedita al commercio delle lane - perciò, un mercante di stoffe.


Ma, se l’artista ha dipinto gli indumenti esattamente come apparivano nella realtà, gli indizi per comprendere meglio, ce li offre proprio l’abbigliamento: il giovane uomo indossa un farsetto di alta fattura, ben confezionato; il capo è abbottonato sul davanti ed ha l’attaccatura delle maniche evidenziata sulle spalle nonchè i polsini di esatta e dettagliata misura del polso. Il tessuto con il quale è confezionato il farsetto è di una allora comunissima stoffa in lana non tinta. Questo indumento è indossato sopra ad una camicia bianca in lino (tessuto caratteristico delle camicie rinascimentali) con gorgiera sottile. Le brache a sbuffo sono di color rosso, la cintura di pelle attorno alla vita ha un aggancio per il fodero di una spada - il diritto di portare armi era spesso limitata agli individui con un nome di rispetto e con una famiglia da difendere.

Come ulteriore accessorio è ben visibile un anello d’oro e rubino.


Il vestiario del personaggio in posa, credo, come molti che sostengono la stessa tesi, sia coerente con quello di un sarto di alto livello. Partendo infatti dal presupposto che, la sartoria non è mai stata, neanche nel Periodo Rinascimentale, una professione inferiore alle altre poiché per praticarla occorrevano abilità ed esperienza e, constatando poi che, la stoffa che l’uomo del ritratto si appresta a tagliare era, per via di quel colore ( il nero era riservato a persone di alto rango) e della qualità (che si percepisce al primo sguardo) molto costosa, se ne deduce che, il sarto fosse proprio di alto livello e che quindi rispecchiava una posizione sociale ed economica adeguata potendo esigere notevoli retribuzioni dalla sua benestante clientela.


Se questo bellissimo uomo fosse un mercante, perché l’artista non lo dipinse assieme ad una pila di tessuti caratterizzanti, nell’immaginario, un ipotetico negozio piuttosto che di fronte ad una sola pezza di stoffa?


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