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Fichi time.

Georges Seurat, Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte

In quel parco, sulle rive della Senna, Seurat non dipinse altro che i parigini che trascorrevano il tempo libero nel loro luogo di ritrovo preferito.

L’opera Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande Jatte (Un dimanche après-midi à l'Île de la Grande Jatte) di Georges Seurat esposta per la prima volta il 15 maggio 1886 all’ottava e ultima mostra degli impressionisti, attrae e sconcerta critici e pubblico sia per le grandi dimensioni della tela (205 cm x 308 cm) sia per la novità della tecnica.

Come gli artisti del Pointillisme o Puntinismo, Seurat fece proprie le nuove teorie sulla percezione visiva e sul colore sfruttando il principio della scomposizione dei colori, elaborate in particolare dal fisico Michel E. Chevreul. Tutte le gradazioni cromatiche, infatti, derivano dalle infinite combinazioni tra i colori dell’arcobaleno; per questo motivo, i pigmenti di colore non vengono mescolati sulla tavolozza ma disposti puri direttamente sulla tela sotto forma di punti o di piccole macchie. La forma e il colore si ricompongono a distanza, sulla retina dell’occhio di chi guarda.

Questo procedimento consente di ottenere effetti di grande luminosità e di intensità cromatica.

Questo artista ha sempre cercato di unire scienza ed arte, tentando di implementare nei suoi lavori le ultimissime novità, è questa la sua caratteristica principale.

Il soggetto del dipinto, tratto dalla vita quotidiana della Parigi di fine Ottocento, è ancora quello caro agli impressionisti ma, alla scioltezza degli impressionisti, Seurat contrappone il procedimento scientifico applicato con rigore e distacco emotivo.

Seurat per mesi si recò sull’isoletta de La Grande Jatte per studiare il soggetto e fare schizzi preparatori; poi nel suo atelier ricompose le singole scene nel dipinto.

La domenica era il giorno perfetto per scappare dal caos e dal caldo della città e rifugiarsi in questa piccola oasi naturale chiamata Grand Jatte, poco distante dal centro parigino ma quanto bastava per essere lontani dal frastuono e dallo stress del centro urbano.

In quel parco, sulle rive della Senna, Seurat non dipinse altro che i parigini che trascorrevano il tempo libero nel loro luogo di ritrovo preferito. Nel dipinto vi sono rappresentati: donne con abiti di gran moda che passeggiano riparandosi con graziosi ombrellini, canottieri che riposano dopo la competizione, bambini che giocano, alcune figure che riposano all’ombra degli alberi, animali da compagnia. Inoltre, una coppia di signori borghesi porta una scimmietta al guinzaglio, infine, la Senna.

Una scena curiosa è data dalla donna che sta pescando sulla riva del fiume. Ai tempi di Seurat quest’isola, oltre ad essere un luogo di relax era anche un punto dove la borghesia frequentava le prostitute. Il termine pescare in francese si dice pecher; il verbo peccare invece si dice pêcher; il suono è simile quindi è facile supporre che la donna che sta pescando possa alludere ad un’altra forma di... pesca.

Ciascuno dei personaggi ritratti da Seurat sono unici ed indipendenti: tutti si fanno gli affari loro.

La ragazzina con il grazioso vestitino bianco è l’unico personaggio in tutta la scena che guarda dritto verso di noi ed è uno dei pochi personaggi interamente investito dalla luce del sole; l’ombra non la tocca.

Quasi tutte le persone sono raffigurate di profilo, di fronte o di spalle; il pittore reinterpreta quei corpi su forme geometriche quali il cilindro e il cono.

Se ci si sofferma ad analizzare ogni personaggio, appare abbastanza evidente che Seurat abbia voluto fare delle critiche alla società francese di quel periodo: quella capricciosa ed abitudinaria borghesia che la domenica pomeriggio passeggiava sull’isola de La Gran Jatte non curante, d'altronde, dell’attenta analisi che su di lei farà l’artista.


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