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Fichi time.

“All we hear is Radio Ga Ga”

La canzone passò dall'essere un brano che condannava la radio - Ca-Ca - ad una canzone che la lodava - Ga Ga – diventando, un tributo alle radio e al loro valore educativo.

Radio Ga Ga, canzone dei Queen, è il primo singolo estratto dall'album The Works (1984).

Radio Ga Ga doveva inizialmente chiamarsi Radio Ca Ca. Infatti, Roger Taylor, il batterista dei Queen raccontò che il figlio Felix, allora di 3 anni, si espresse con un “radio, ca-ca!”, mentre ascoltava una “non gradita” canzone alla radio.

La frase rimase impressa a Taylor tanto da ispirarlo nello scrivere il testo ed il titolo di questa canzone: una critica alle stazioni radio, che venivano commercializzate e che passavano ripetutamente le stesse canzoni. Il resto del gruppo però si oppose richiedendo una riscrittura. Di conseguenza, la canzone passò dall'essere un brano che condannava la radio - Ca-Ca - ad una canzone che la lodava - Ga Ga – diventando, un tributo alle radio e al loro valore educativo.

In particolare, nel testo viene sottolineata l'importanza che la radio ha avuto come mezzo di diffusione per la musica, poi soppiantata dal potere mediatico della TV, in particolare, da MTV che ha spesso reso i video più popolari della musica stessa. Non dimentichiamo che gli stessi Queen avevano notevolmente contribuito a ridefinire il concetto di videoclip con Bohemian Rhapsody nel 1975 ed il video stesso di Radio Ga Ga verrà candidato per la miglior direzione artistica durante la prima edizione degli MTV Video Music Awards.

Curioso come un pezzo che denuncia l’eccessiva importanza data al video e all'immagine, piuttosto che alla qualità ed originalità della canzone, in realtà poi proponga un videoclip altamente scenografico che risulterà essere uno dei più belli in assoluto tra tutti quelli girati dalla band. Infatti, con l’avvento dei videoclip anche i Queen dovettero cominciare a ragionare proprio sul fatto che l’immagine è importante quanto il suono, se non di più.

Il video di Radio Ga Ga è stato diretto dal regista britannico David Mallet. La clip contiene scene dell’iconico film drammatico tedesco capolavoro espressionista, Metropolis di Fritz Lang del 1927.

I Queen hanno dovuto acquistare i diritti di esecuzione del film dal governo comunista della Germania dell'Est, che all'epoca era titolare del copyright.

David Mallet girò il video musicale presso Carlton TV Studios e Shepperton Studios di Londra, il 23 e 24 novembre 1983.

Il video mostra la band che attraversa la città distopica di Metropolis a bordo di una macchina volante, per poi ritrovarsi di fronte alla classe operaia cittadina in tunica e cappuccio bianchi, con le braccia alzate e pugni chiusi in segno di saluto. A tal proposito, per girare questa scena, un set importante per la realizzazione del videoclip, il regista ha ingaggiato cinquecento comparse, scelte tra i membri del fan club della band, che trascorsero l’intera giornata del 23 novembre 1983 negli Shepperton Studios di Londra, per interpretare i lavoratori senza volto vestiti di bianco che si schierano in file ordinate davanti alla band, con la testa piegata, battendo le mani nel modo ormai decisamente familiare a tutti i fan della band. Si racconta che, il regista fu sorpreso nel constatare la facilità con la quale i fan dei Queen eseguirono ciò che gli fu chiesto, considerando che non avevano mai ascoltato la canzone, poiché non era ancora stata pubblicata.

Questo plotone di sudditi incappucciati batte le mani all’unisono durante il ritornello. Scena che di lì in poi si ripresenterà in ogni concerto dei Queen: pugni alzati e applauso.

Alcuni critici ritengono che la coreografia di questa scena sia un riferimento ai nazisti, un'idea che Mallet respinse fortemente ed alla quale Roger Taylor aggiunse: «Quella scena aveva lo scopo di ritrarre il controllo mentale al quale furono sottoposti gli operai del film Metropolis».

5.53 minuti di immagini in movimento che provo a descrivere: pistoni, un enorme orologio, operai in tuta nera, testa bassa, in fila ordinata che entrano in fabbrica. Un colore caldo entra in una sala da pranzo dove vi è una famiglia, tutti e quattro i componenti della stessa indossano una maschera anti gas. Il bambino si alza, accende la radio. I Queen volano a bordo di un’astronave del futuro sulla città.

Freddy Mercury sposta le lancette dell’orologio con tutto il suo corpo, il colore predomina. La band in rosso e nero incita il popolo, in bianco, al saluto collettivo.

Di nuovo nella sala da pranzo, il padre si alza ed apre un libro “Favourite years”; all’interno del quale, scene tratte dai concerti e videoclip della band si susseguono ed arricchiscono la narrazione.

Il bimbo, ora solo nella stanza, gioca con un trenino elettrico.

Tutto si spezza, si allaga, si distrugge. Vengono tolte via le maschere dal volto. Primo piano della radio e scritta “Thanks to Metropolis” conclude racconto e canzone.


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