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Fichi time.

L’importanza dello stile

Questi hanno lo stile di.

Si parla sovente dello stile di alcune personalità quali Botticelli, Michelangelo, Beethoven.. Ne parliamo perché questi grandi nomi hanno creato un modo di esprimersi che scaturisce dal loro genio individuale e che quindi riscontriamo come una caratteristica comune in tutte le loro opere. Proprio questa individualità di stile, caratteristica di un artista o maestro, può venir adottata da altri diventando così una pratica comune tanto da farci affermare non appena vi siamo di fronte: questi hanno lo stile di.

Al contrario, l’artista preso come modello è quello stile, è identico con l’essere proprio lui quindi rappresenta l’universale.

La frase “lo stile è l’uomo” trova il suo senso nel fatto proprio che l’uomo è lo stile, mentre nei casi in cui lo stile proviene dall’esterno (condiviso con altri e con l’epoca) questa frase assume un altro significato ovvero ci mostra dove si trovano i limiti di originalità dell’individuo. Questo ci porta a sottolineare il concetto dell’essenza dell’opera d’arte: l’unicità. Quest’unicità differenzia l’arte dall’arte applicata poiché l’oggetto d’arte che esiste molte volte e la sua diffusione è l’espressione quantitativa della sua utilità. Questo non è comunque un declassamento dell’arte applicata verso l’unicità dell’opera d’arte.

Simmel sostiene che: «Lo stile è sempre quella donazione di forma che, in quanto sostiene o aiuta a sostenere l’impressione dell’opera d’arte, ne nega l’essenza e il valore del tutto individuali, ovvero il significato della sua unicità; grazie allo stile, la particolarità della singola opera viene sottomessa a una legge di forma universale che vale anche per altre opere; essa viene sollevata dalla responsabilità assoluta di se stessa, poiché condivide con altre in tutto o in parte il modo in cui si forma e perciò rimanda a una radice comune, che comunque si trova al di là della singola opera».

L’uomo moderno è spinto fortemente verso lo stile tanto che oggi si vive una modernità caratterizzata dall’inasprimento del soggettivismo e dell’individualità; nel senso che, dal comportamento all’arredamento, dall’espressione alla forma di vita e al gusto, si attenua e si sfuma un eccesso vero e proprio di personalità: è come se l’io non potesse più reggersi da solo ed indossasse un abito generale, tipizzato, in una parola: stilizzato.

C’è poi l’inclinazione dell’uomo moderno a circondarsi di antichità, una caratteristica che risale al suo profondo bisogno di dare alla propria vita individuale un completamento di tranquillità e conformità. Le età precedenti alla nostra avevano un unico stile perciò si ponevano in tutt’altra maniera nei confronti dello stile. Laddove vi è soltanto uno stile di vita ogni espressione individuale si sviluppa da esso non avendo alcun bisogno di cercarsi una propria radice. Lo stile infatti ha stabilito più facilmente la sua relazione con la singola produzione di quanto non accada oggi che disponiamo, in tutti gli ambiti, di un grande numero di stili. Questo causa al gusto individuale un tipo di scelta posta in un vincolo con la legge universale, della quale comunque si ha bisogno. Perciò spesso i prodotti di epoche precedenti risultano più ricchi di stile dei nostri.

Sempre citando Simmel, in conclusione: «lo stile è proprio il tentativo estetico di soluzione del grande problema della vita: come una singola opera o un atteggiamento che è un tutto, qualcosa di chiuso in se stesso, possa appartenere allo stesso tempo ad una totalità superiore, ad un contesto che lo ricomprende in modo unitario. Il distaccarsi dello stile uniforme dei minori da quello individuale degli assolutamente grandi trova espressione in quell’ampia norma pratica che suona “se non puoi diventare tu stesso un tutto – inserisciti in un tutto, come un elemento al suo servizio” e trova espressione nel linguaggio dell’arte, il quale anche alla più modesta produzione concede un raggio della maestà e della totalità che nel mondo pratico splendo solo sopra le più grandi».



Lettura consigliata: G. Simmel, V. Mele [a cura di], Estetica e sociologia. Lo stile della vita moderna, Roma, Armando Ed., 2006.



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