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Fichi time.

Wim Wenders

«Le persone lasciano sempre tracce dietro di loro»

Wim Wenders è un regista di fama internazionale protagonista del Nuovo Cinema Tedesco fin dagli anni ‘70.

Wenders, però, è anche un eccezionale fotografo oltre che un acclamato regista ed è su questo suo aspetto che mi focalizzo.

Wenders iniziò a fotografare le location dei suoi film agli inizi degli anni ‘80 creando un diario visivo di supporto ma, ben presto, si rese conto che la fotografia poteva essere un vero e proprio mezzo d’espressione da coltivare parallelamente alle immagini in movimento.


La fotografia di Wenders si concentra principalmente sul tema del paesaggio descrivendo atmosfere in bilico, luoghi desolati e scenari propriamente urbani in cui la storia ed i vissuti delle persone risultano all’interno di in un tempo indefinito. Le immagini di Wenders sono il risultato della sua ricerca sulla percezione della realtà colta durante il viaggio e l’osservazione attenta. Non è l’uomo il protagonista diretto ma la sua storia incisa nei luoghi che ha abitato. Il passaggio dell’uomo viene raccontato con la sua assenza, infatti, è la memoria dei luoghi che lo cita ma non lo mostra.

Natura, orizzonti, città-fantasma: la fotografia analogica, fissa, cattura ed indaga gli scenari urbani prevalentemente americani così come faceva Edward Hopper al quale, certamente, Wenders si è ispirato.


Iper-realista Wenders. I luoghi da lui immortalati sono molteplici ma relativi al fine della poetica che ci viene trasmessa dallo scatto; che si tratti di una città abbandonata del Midwest, di una foresta di bambù giapponese, del deserto australiano o di Berlino avvolta dalla nebbia, Ground Zero o Gerusalemme, stazioni di benzina deserte, Motel di periferia, negozi abbandonati, cimiteri d’auto, poco importa poiché il filo conduttore è il medesimo: la mortalità.

Lo scatto quasi sempre frontale, prospettico e descrittivo trasmette malinconia.


Secondo Wenders la fotografia è contemplativa e legata al bisogno di conoscenza dell’uomo, ecco perciò che il viaggio diviene la motivazione per peregrinare in cerca di risposte: sia nel suo cinema che nella sua fotografia. Viaggiare diviene, nella ricerca a tutto tondo di Wenders, un raccontare e farsi raccontare una storia. Le immagini fotografiche sono un pezzo unico di quella storia, un appunto o un post-it attaccato sul frigo per non dimenticare.


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